Guykova's photography finds its balance in the constant rebound from human-object dimension to the dimension where the object acquires human features. Space and objects can be compared to facial physiognomies; in the same way, they present the same structure while simultaneously accentuating their diversities. The human being is born with precise functions and features between endless possibilities, but - just as space - life will decide what shape it will take.
La fotografia di Gyukova trova il suo equilibrio dal continuo rimbalzo dalla dimensione dell’umano-oggettuale a quella in cui l’oggetto acquista caratteristiche comunemente più consone alla dimensione umana. Spazi e oggetti diventano paragonabili alle fisionomie dei volti. E, come quest’ ultimi presentano tutti le medesima struttura, al contempo, risulta innegabile la loro profonda diversità. L’ essere umano nasce con delle funzioni e delle caratteristiche ben precise pur portando con se un bagaglio infinito di possibilità, ma, come i luoghi, sarà la vita a decidere quale forma e piega dargli.
La fotografia di Gyukova trova il suo equilibrio dal continuo rimbalzo dalla dimensione dell’umano-oggettuale a quella in cui l’oggetto acquista caratteristiche comunemente più consone alla dimensione umana. Spazi e oggetti diventano paragonabili alle fisionomie dei volti. E, come quest’ ultimi presentano tutti le medesima struttura, al contempo, risulta innegabile la loro profonda diversità. L’ essere umano nasce con delle funzioni e delle caratteristiche ben precise pur portando con se un bagaglio infinito di possibilità, ma, come i luoghi, sarà la vita a decidere quale forma e piega dargli.

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